lunedì 10 agosto 2009

Studenti, emigranti del nostro tempo

Avete mai pensato di studiare in un altro paese?

E quasi una moda al giorno d'oggi: ogni anno un gran numero di studenti decide di spostarsi e cercare una scuola o un'università nel quale imparare sia quello che gli serve per la vita sia la lingua.

Ma si tratta davvero solo di una moda?

Credo che in realtà la ragione di questa piccola "emigrazione" si possa trovare nella crescente consapevolezza acquisita dagli italiani riguardo la situazione del loro sistema scolastico.

Non si può scappare, la nostra condizione non è una delle migliori.

La maggior parte delle lauree universitarie che si possono ottenere in Italia non sono considerate davvero valide fuori dal nostro paese. Quale sia il motivo per il quale una nazione come l'Italia non sia in grado di fornirci una solida istruzione è tuttora sconosciuto.

Non posso credere che la preparazione degli studenti italiani non possa essere considerata valida come quelle degli altri stati: è possibile che un ristretto numero di test a crocette venga ritenuto più completo dei nostri test orali e scritti?

Quanti di noi attualmente si trovano in una situazione simile a questa?

So che alcuni tra quelli che leggono il mio blog stanno trascorrendo del tempo in Irlanda e in Spagna, per studiare e lavorare all'interno di aziende collegate ai loro corsi di studi.

Mi parlano spesso con molto entusiasmo della loro esperienza, ma a volte confessano le difficoltà che incontrano e la situazione di sfruttamento in cui si trovano. Gli studenti stranieri sono più facili da usare dei connazionali, giusto?

Quindi, l'Italia è davvero un posto così terribile per gli studenti?

Sfortunatamente questa domanda resterà nel gruppo di quelle delle quali non troveremo mai la risposta.

Comunque, non preoccupiamoci! Qualcuno si sta già prendendo cura di noi: Buon Lavoro Min. Gelmini, per favore ci renda capaci di disegnare crocette su un foglio.

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