giovedì 22 ottobre 2009

L'altro lato del Lodo: istruzioni per l'uso


Il 7 Ottobre 2009 la Corte Costituzonale dichiara l'illegittimità costituzionale del Lodo Alfano, con 9 voti su 15 a sostegno di questa tesi.



Ma quali sono i motivi di questa scelta e cosa prevedeva nello specifico il testo della costituzione?
Il Lodo Alfano è stata una legge dello Stato Italiano entrata in vigore il 23 luglio 2008 e dichiarata incostituzionale, come già detto, il 7 ottobre 2009.
Il nome del disegno di legge proviene dal suo formulatore, il ministro della giustizia Angelino Alfano, anche se è formalmente noto come "Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato" (legge 124/2008)." Esso riprende il tentativo di regolarizzare la stessa materia del lodo Schifani, anch'esso giudicato non regolare.

Per riassumerne brevemente il contenuto, mi avvalgo del contributo della specifica pagina di Wikipedia, che fornisce un breve schema a punti particolarmente chiaro, uno per ogni comma:
  • Sospensione dei processi penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato (Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio)
  • Rinuncia alla sospensione (da parte delle cariche dello Stato)
  • Assunzione delle prove non rinviabili
  • Prescrizione: alla sospensione del processo è collegata la contestuale sospensione dei termini di prescrizione.
  • Durata della sospensione: la sospensione opera per l'intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile (ripetibile)
  • Trasferimento dell'azione in sede civile: in caso di sospensione viene stabilita la possibilità per la parte civile di trasferire l'azione in sede civile.
  • Disposizione transitoria: la sospensione si applica anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data di entrata in vigore della legge
  • Entrata in vigore 
Dunque, ora che abbiamo analizzato il testo della legge, non ci resta che comprendere per quali motivazioni essa è stata considerata incostituzionale.
La sentenza della Corte dichiara "l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione."
Vediamo quindi cosa dicono di preciso questi articoli:

Articolo 3   "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."


Articolo 138    "Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti."

E' evidente che chi ha formulato la proposta di legge aveva perfettamente chiaro il suo scopo, data la ricchezza di particolari e la limitatezza del suo raggio d'azione.
Quello che invece suona strano, "calcolato", è la comparsa della legge proprio nel momento in cui alcuni tra gli esponenti più significativi del nostro governo si trovavano ad avere problemi con la giustizia.
Sarà un caso?
Il fatto che non si sia considerato sufficiente uno strumento come il "legittimo impedimento" (che permette alle cariche dello stato di concordare le date di eventuali udienze con i giudici in modo da non sovrapporle con gli impegni istituzionali), è un ulteriore campanello di allarme.
Che sia davvero un modo per sfuggire alla giustizia?
Se vogliamo proprio girare il dito nella piaga, e pare il caso di farlo, le uniche due personalità che avrebbero usufruito del Lodo sono l'attuale premier Silvo Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini, nei seguenti casi.

Berlusconi:
  1. processo per corruzione dell'avvocato David Mills;
  2. processo per diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo in merito alle relazioni tra le cosiddette Cooperative Rosse e la camorra;
  3. processo per la compravendita di diritti televisivi
Fini:
  1. Rinuncia alla protezione del Lodo a seguito di una querela per diffamazione mossagli dall'ex pubblico ministero Woodkock; quest'ultimo ritira le accuse in rispetto della scelta di Fini.
Uno ci prova anche a credere alle giustificazioni, alla tesi di continue ed esagerate diffamazioni, alla teoria del complotto: ma quando è troppo è troppo.
Perchè alla fine è sempre così, quando ti esponi, quando sostieni la tua ideologia contro una moltitudine di tesi contrarie sai che vai incontro a mille critiche, a volte ad insulti.
Ma questo non conta.
Se ci credi, se credi che nel governo attuale non ci siano poi così tante porcate in più rispetto a quelli passati, una cosa come questa ti fa letteralmente cadere le palle. E scusate la volgarità, davvero.
Ti fa pensare che forse gli altri non si sbagliano di tanto, che magari qualcosa di vero c'è. Perchè finchè si parla per sentito dire è tutto facile, ma quando si è di fronte al dato di fatto, alla prova materiale, non c'è scampo.
Qui non c'è dubbio, non c'è possibilità di errore: il testo mira direttamente a rendere imperseguibili penalmente i politici in carica.

E allora, caro Silvio, sveglia: la fiducia degli elettori te la devi guadagnare, non pretenderla solo perchè sei già lì e non si può avere di meglio.
A volte mi sembri quasi come quei professori convinti di essere dei, che pensano di poter esigere rispetto anche se non ne hanno per gli studenti di fronte a loro, solo perchè si trovano dall'altro lato di una cattedra: così facendo perderai anche gli ultimi, rari, che non ti credono un imbroglione.

giovedì 1 ottobre 2009

Pensiero Italiano

Penso. E stavolta non cogito, penso proprio.
Penso nel modo più popolare e plebeo possibile, penso come una che non vuole avere rimpianti.
E arrivo qui, all'oggetto della mia riflessione.

Mi chiedo se in un paese come questo, in un periodo come questo, valga ancora la pena di pensare; se tutti gli sforzi siano davvero utili a qualcosa; se, in fondo, valga ancora la pena persino di scrivere.
Ci penso, ma nonostante questo continuo a non essere convinta.

Perchè onestamente, di giudici in giro ne sto sentendo fin troppi. Sono tutti bravi a condannare, tutti pronti a dire che è colpa di questo o di quel governo, che se le cose vanno bene vuol dire che c'è qualcosa sotto, se invece vanno male allora vuol dire che il piano losco è fallito.

Ma basta. L'Italia è stufa!
Parlo dell'Italia vera signori miei, quella formata da persone con un proprio cervello, che sanno ragionare e non passano le loro giornate a sparare sentenze, non quella dei "parlaparla" che fanno della politica un argomento pari alla fame nel mondo: tutti si lamentano, nessuno agisce.

Ecco, sarò montata, sarò poco modesta, ma non mi interessa. Io ritengo di essere una di quelle persone, una delle poche che conosco.
A me non interessa nulla se chi governa porta in casa sua giovani ragazze o modelle, basta che sappia fare il suo lavoro.
Gli scoop rendono l'Italia ridicola, anche se tutti fanno finta di niente.
Non mi importa nulla di chi sia la maggioranza e chi l'opposizione, basta che ognuno stia al posto suo.
Nessuno si rende davvero conto che la nostra politica sta diventando (se già non lo è) una pagliacciata: tutti lo dicono, qualcuno lo predica, ma nessuno ha il coraggo di PENSARE.

Per questo vale la pena di continuare a scrivere, perchè farlo mi obbliga ad avere un'opinione mia e solo mia.
Perchè il mondo non ha più bisogno di persone passive, di studenti inferociti che insultano e scioperano ad ogni occasione, di lavoratori assenteisti e scansafatiche solo perchè tutti fanno così.

IO FACCIO LO SCIOPERO DEL RISPARMIO.
Non risparmio più i pensieri, voglio combattere, anche se mi troverò ad essere sola.
Anche se qualche volta non avrò tempo di pubblicare, anche se avrò da studiare, anche se a leggere saranno sempre meno persone.
Da oggi 1 ottobre 2009 termina il mio silenzio meditativo, muoiono tutti i miei dubbi e le tentazioni di non proseguire con la mia impresa.
Da oggi; con la speranza che, leggendo, qualcuno si riconosca nelle descrizioni e decida di provare a pensare.